Della tecnologia VR se ne cominciò a parlare già nel XX secolo, con progetti e supposizioni di utilizzo, nel cinema fantascientifico è una realtà solida con diverse apparizioni in diversi franchise famosi. La tecnologia AR invece è di ben più recente invenzione, per quanto, anch’essa è stata presente nel cinema già dagli anni 80, anche se in quel caso si trattava più di ologrammi che di tecnologia AR.
Ma di cosa stiamo parlando esattamente?
Il termine VR sta per Virtual Reality, Realtà Virtuale in Italiano. Come già detto, la Realtà Virtuale è stata ampiamente prevista moltissimi anni fa e solamente in questo decennio ormai in scadenza ne abbiamo potuto saggiare le potenzialità.
Il termine AR invece, è l’acronimo di Augmented Reality, Realtà aumentata. L’ho paragonata agli effetti olografici presenti nei film di fantascienza moltissimi anni fa, perché il senso finale è quello, con l’unica differenza che il fruitore di tali effetti è la singola persona e non chiunque. Mi spiego meglio.
Quando le automobili volanti di un qualsiasi film di fantascienza ambientato nel futuro, sorvolano le grandi metropoli, siamo soliti trovare enormi pubblicità e insegne che si muovono, interagendo con passanti e protagonisti. A quei tempi, si ipotizzava infatti nel futuro un massiccio utilizzo degli ologrammi. La realtà aumentata, attraverso delle lenti, mette l’utente utilizzatore nella posizione di vedere nel mondo reale, cose virtuali, come potrebbero appunto essere insegne e cartelli pubblicitari.
Queste due tecnologie si somigliano pur essendo completamente diverse, il loro scopo finale però può essere molto simile ed è per questo che noi, in questa rubrica, vogliamo confrontarle per definire alla fine la tecnologia del futuro.
“Virtual Reality e Augmented Reality sono come due sorelle che provano a portarci in una nuova realtà con due metodologie completamente diverse fra loro.”
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Virtual Reality
Partiamo per correttezza e galanteria dalla più anziana. La Realtà Virtuale ha preso piede negli ultimi anni, principalmente nel campo videoludico. Sono poche infatti le sue possibilità di utilizzo al di fuori del mondo dell’intrattenimento.
Ad oggi, sono diverse le compagnie che mettono a disposizione
tecnologie VR, le principali sono HTC, Facebook, Sony e Valve.
Sony ha realizzato un visore che possa funzionare con la sua ammiraglia, la
PlayStation 4, predisposto al gaming, dal costo contenuto e dalla tecnologia il
più possibile compatta.
Fra i visori di ultima generazione, quello di Sony è sicuramente quello meno
prestante, anche e soprattutto per non obbligare l’utenza a sborsare troppi
soldi per avere accesso alla realtà virtuale visto e considerato l’obbligo di
acquisto di una PlayStation 4 o ancor meglio, una Playstation 4 Pro.
Il PlayStation VR mette a disposizione un numero di giochi specifici non
elevatissimo e un ridotto numero di giochi normali con la possibilità di essere
usati con il VR. Se la prima opzione prevede una software house specializzata
nella realizzazione di titoli VR, la seconda opzione invece richiede l’ausilio
di un ampliamento al gioco già presente e per le SH più blasonate, rischia di
essere una perdita di tempo più che altro. Questo e altro ha portato il visore
Sony verso un declino inesorabile, con moltissimi utenti curiosi che lo hanno
abbandonato, se non rivenduto, dopo pochissime sessioni di gioco.
Molto diverso invece il discorso dei visori che necessitano dell’ausilio di un PC per essere utilizzati.
HTC è la regina di questo campo, con il suo Vive Pro ha letteralmente spaccato in due la concorrenza dettando gli standard per questo tipo di gaming. Visore ad altissimo refresh, con l’ausilio di telecamere per determinare la posizione del player, andando ad elaborare i dati di movimento dell’intero corpo, rendendo l’esperienza la più immersiva possibile. Collegando poi l’HTC al proprio computer, si ha accesso ad un’infinita libreria di giochi, suddivisi nei vari store online, ma anche disponibili da Software House indipendenti.
Diretti rivali di HTC Vive Pro abbiamo il Valve Index, prodotto appunto dalla casa che attraverso Steam mette a disposizione la maggior parte dei giochi VR e Oculus Rift S, il Visore di Facebook.
Se il primo ha dalla sua la natività della maggior parte dei giochi presenti nel catalogo virtuale più famoso del mondo, il secondo invece entra a gamba tesa sull’HTC Pro, tentando di sottrargli lo scettro di miglior visore.
La battaglia fra i due è però impari, con HTC che probabilmente grazie alla maggiore esperienza, mette a disposizione un visore con una maggiore risoluzione, una maggiore frequenza ed un’area di rilevamento utente maggiore, seppur di poco, il vincitore è comunque HTC.
Ma contro il neonato Valve Index?
Probabilmente proprio perché ultimo arrivato, il Valve Index garantisce una resa migliore delle immagini e un confort maggiore rispetto al prodotto di HTC.
Ribadiamo comunque che l’esperienza con tutte e tre le macchine risulta molto simile seppur i dati mettono al primo posto Index, al secondo HTC e lasciano solamente la medaglia di bronzo nelle mani di Facebook e del suo Oculus.
Ma la compagnia di Zuckerberg non è certo famosa per i suoi ultimi posti nelle classifiche e nemmeno per arrendersi agli avversari. Ecco quindi che sbuca fuori dal nulla Oculus Quest, il visore stand alone, con tecnologia Android, che non necessita di alcun collegamento al PC. Potrete usufruire di una libreria giochi forse ancora troppo scarna, ma sicuramente piena dei titoli più importanti, per poter giocare nel migliore dei modi in modalità VR.
Ovviamente il discorso non finisce qui, perché Quest da
anche la possibilità, tramite un cavo di collegamento Type-C speciale, di
collegare il vostro visore ad un PC per utilizzarlo come un Oculus Rift, con
qualità tecniche ridotte, ma nemmeno troppo.
A nostro avviso, lo scettro di Re dei visori va proprio all’ultimo menzionato,
Oculus Quest, che con la sua ambivalenza, è il miglior prodotto per poter
utilizzare i giochi VR in qualsiasi posto vogliate, senza cavi e senza un peso
eccessivo, ad un prezzo decisamente accettabile, vista la media dei costi degli
altri prodotti.
Ma basterà per vincere la gara delle due realtà alternative virtuali?
Augmented Reality
La realtà aumentata è una tecnologia troppo giovane per darle una definizione e che possiamo giudicare solamente sulla base di tecnologie future o tecnologie ibride.
Seppur ci siamo soffermati anche all’inizio dell’articolo,
vorrei spendere qualche riga per approfondire che cosa sia esattamente la
realtà aumentata. Gli amanti dei cartoni animati avranno immediatamente pensato
a DragonBall e alla tecnologia Saiyan in grado di calcolare, tramite un minivisore
monocolare, la potenza dei nemici che si hanno di fronte. La realtà aumentata vuole
infatti arricchire la nostra realtà con informazioni e immagini altrimenti non
visualizzabili dalla nostra semplice vista (per ora…)
Una tecnologia quindi che si, si sposa con i videogiochi, ma ha anche
moltissime altre possibilità ed in qualsiasi campo, da quello universitario a
quello medico, passando per il campo tecnico.
Immaginate un medico chirurgo, con indosso un visore AR, che vede di fronte a se il corpo del paziente, nonostante sia a migliaia di kilometri, e che attraverso delle mani robotiche che riproducono fedelmente i suoi movimenti, effettua una delicata operazione chirurgica. Fantascienza? E invece è già successo.
Una tecnologia insomma che ha enormi possibilità di utilizzo ed enormi margini di miglioramento.
Ma nel campo videoludico?
L’enorme mole di download e i guadagni fatti da Niantic con il loro “Pokèmon Go” dovrebbero parlare da soli. Attualmente la tecnologia AR nel campo videoludico è sfruttata in maniera ibrida, ovvero attraverso le fotocamere dei vostri smartphone che inseriscono nella realtà visualizzata dallo schermo animaletti da catturare o maghetti da battere con magie che partono dalla punta delle vostre dita.
Google e Microsoft sono al timone invece della tecnologia AR per quanto riguarda l’ausilio di visori.
Google ha realizzato da diversi anni i suoi Google Lens, in grado appunto tramite un minuscolo schermo e con la comodità di un paio di occhiali da vista, di inserire dati informativi di vario genere, da informazioni social sulla persona che hai di fronte a indicazioni stradali e molto altro. Microsoft invece, ha realizzato un visore più completo, sicuramente più ingombrante e pesante ma con potenzialità decisamente più ampie. Attualmente in uso dalle forze armate americane con applicazioni top secret, il visore Hololens nella sua versione 2, è attualmente disponibile al pubblico con funzionalità incredibilmente avanzate come si è potuto vedere nella sua recente presentazione.